TOUR PER SOLO DONNE

 

I tour per sole donne in Iran sono un’opportunità unica per viaggiare in questo affascinante paese con un’avventura guidata solo da donne e donne. Trascorri giorni di viaggio con un gruppo di donne, approfondendo i costumi e il cibo dell’Iran e imparando le sfide che devono affrontare le donne qui.
Goditi una serie di esperienze davvero personali e affascinanti che, a causa della sensibilità culturale, non sarebbero possibili in un tour di genere misto. Sebbene l’Iran non sia una società estremamente segregata, i rigidi codici di abbigliamento imposti dalla legge islamica hanno fatto sì che molti luoghi e attività siano segregati per impostazione predefinita.

Oltre a visitare alcuni dei luoghi più celebri dell’Iran, potrai anche socializzare con le donne locali in un modo davvero autentico. Preparati ad ascoltare donne di tutte le età, provenienza e fede mentre visiti un salone di bellezza, rilassati con un picnic in un parco per sole donne dove le donne possono rilassarsi senza l’hijab e usa le carrozze per sole donne sulla metropolitana e sul treno. Ti godrai anche una famiglia rurale con la gente di Qashqai, incontrerai alcune giovani imprenditrici e imparerai a conoscere il cibo iraniano mentre cucini con le donne locali nella loro casa.

Il tour Iran per sole donne di GRAND TOUR INTERNATIONAL è specificamente progettato e adattato per le viaggiatrici che preferiscono un’esperienza per sole donne. GRAND TOUR INTERNATIONAL tour femminile ti permette di esplorare il vero Iran, in modo sicuro e senza stress, con un piccolo gruppo di donne che la pensano come te. Oltre alle migliori esperienze, sei sicura di tornare con ricordi indimenticabili e amici per tutta la vita.

ITINERARIO

 

Italia → Teheran→ Shiraz →Persepoli→ Kerman→Yazd→Isfahan→ Kashan→Tehran→   Italia

1° Giorno

Italia – Tehran

L’ora d’arrivo a Tehran. Incontro con la guida di Grand tour international che ci accompagnerà durante il viaggio in Iran. Trasferimento in albergo e pernottamento.

2° Giorno

Kashan

Prima colazione. Partenza per Kashan, la prima parte della visita è dedicata al centro storico di Kashan mentre per la seconda parte prevede un pomeriggio rilassante e tranquillo sulle dune del deserto. Quando parliamo della casa, a Kashan essa rappresenta sempre un modello esemplare per conoscere meglio la cultura locale. Perché Kashan oltre ad avere la collina millenaria mette in esposizione le proprie ville ottocentesche, dette anche le case bioclimatiche. Bisogna sapere che Kashan gode di un clima desertico e un periodo estivo notevolmente caldo. L’invenzione degli abitanti della città, fa nascere una casa a due o tre livelli diversi dove semplicemente ci si può rinfrescare o riscaldare una camera o un salone a seconda della stagione in cui ci si trova. Però l’importanza della città non è solo la varietà delle case che esistono. Kashan viene conosciuta piuttosto per la produzione pregiata dell’acqua di Rosa della Persia. Infatti, il viaggio in Iran ora assorbe il suo profumo originale, ossia il profumo dei petali di rosa che viene coltivata sulle colline della zona centrale dell’Iran. Questa bella città sorta in un’oasi verdeggiante ancora oggi ospita alcune delle più belle case tradizionali della regione. Il pernottamento del viaggio prevede di passare una serata in piena pace in un posto fiabesco ossia una ex-villa ottocentesca che ha mantenuto i suoi criteri bioclimatici adattandosi ai ricevimenti degli ospiti. Poco prima di partire per il deserto visitiamo uno storico bagno antico detto Hammam Soltan Ahmad. Siamo in un complesso termico dove lo spazio si divide in tre parti diversi: Frigidarium, Tiepidarium, Caldarium. Ciò che fa evidenziare la bellezza di questo Hammam è la decorazione delle pareti e la posizione delle vasche d’acqua nella prima sala. Ogni padiglione di questo ambiente è riservato ad un livello sociale diverso: i discendenti del Profeta, i clerici, i signori locali, i nobili, i commercianti del bazar e i contadini.

Durante il nostro viaggio a Kashan, andiamo a osservare uno dei deserti più affascinanti della zona centrale dell’Iran. La visita al deserto Maranjab ci offre la possibilità di camminare a piedi scalzi sulle dune sabbiose. Qui il nostro fotografo a calar del sole scatterà qualche foto per catturare uno dei momenti più scenografici del vostro viaggio in Iran. Ritorno a Kashan per passare una serata completamente serena negli spazi meravigliosi del nostro cosiddetto albergo.

Deserto e Kavir Maranjab

Hammam Soltan Ahmad

Cena e pernottamento Casa Ameri o Manuochehri

3° Giorno

Natanz -abyaneh

In tarda mattinata partenza per Natanz poi si prosegue il viaggio lungo le pendici del monte Karkas “avvoltoio” ed ecco che si entra in un palcoscenico meraviglioso, dato da una vallata dove possiamo ammirare uno dei più antichi villaggi tradizionali dell’Iran “Abyaneh”, a quota 2200 mt sul livello del mare. Il borgo, che trova le sue origini nell’età achemenide del 400 a.C., è circondato dalle rovine di una fortezza sassanide del 300 d.C. ed è anche famoso sia per il color rosso ocra delle case che per la rosa disegnata sul lungo foulard indossato dalle donne del villaggio. (la fattibilità della visita dipende dalla stagione e la neve)

Il sole sta calando e il paesaggio, del viaggio di ritorno, diventa sempre più rossiccio a seconda dei raggi di sole che colpiscono la via del ritorno verso Tehran. Il viaggio in Iran sembra iniziato proprio due ore fa, e non appena stai, pian piano, capendo l’Iran e gli iraniani arriva il tempo di chiudere la bisaccia e ripartire per il proprio paese. Però c’è una netta differenza nella bisaccia prima della partenza e dopo; ora è piena non solo di tante emozioni e di entusiasmo, ma anche di tanta cultura. Di solito il viaggiatore si preoccupa dei kili in più nella bisaccia e mentre fissa il colore del cielo pensa a come organizzare i regali; vorrebbe comprare tutto dai pistacchi, ai tessuti, ai turchesi. Sappiamo però che nella bisaccia ci sta tutto tranne una cosa: l’ospitalità della gente che abbiamo trovato in giro per i Bazar, nei ristoranti o nei siti archeologici. Questa immagine rimane incisa nei cuori ed è il souvenir immortale che il viaggiatore si porta ovunque andrà e per tutti coloro che hanno apprezzato questo tour sarà una giusta motivazione per tornare in Iran per la seconda volta.

 

4° Giorno

Isfahan

Dopo la colazione, partiamo per Isfahan. “Il fiore delle Mille e una notte” è la ciliegina dell’itinerario e lo troviamo a Isfahan. La città è un quadro storico che completa il viaggio in Iran. Non è un caso che Isfahan ha attirato l’attenzione di Pasolini per girare alcune scene del suo film nella piazza Naghsh-e Jahan. Ed ecco un detto persiano che dice: Isfahan è la metà del mondo. Infatti la fioritura dell’architettura islamica nacque qui nella Piazza Naghsh-e Jahan dove il colore blu turchese domina le sue moschee e il cielo sopra la Piazza, ossia l’antico campo di Polo, col passare del tempo, è diventata la sede delle pregiatissime botteghe artistiche. L’età safavide corrisponde al terzo impero persiano che ha riportato il potere iranico al trono, instaurando una nuova Persia, fondata sulle relazioni politiche, religiose e militari. La presenza della Cattedrale Vank gestita dalla comunità dei cristiani armeni fin dal 1605 d.C., ne fa un esempio eclatante. Tuttavia il potere safavide si ammira nell’arte e così a Isfahan è nata una fase di “rinascimento” della civiltà, della cultura e delle arti persiane. Il periodo rinascimentale islamico in Iran vede il fulmine artistico sotto il governo dello scià Abbas I (1587-1629).

Visita alla Piazza Reale o Naghsh-e Jahan, in persiano (l’immagine del Mondo) polo urbanistico della città, ridisegnato da Shah Abbas I. Nella grande piazza centrale Naghsh-e Jahan (metri 512 x 163) si affacciano due serie di archi dove nella parte bassa ci sono tutte le botteghe degli artisti dove producono e vendono la maggior parte dei prodotti dell’artigianato dell’Iran come le miniature, i turchesi e le stoffe. La Piazza Naghshe Jahan ospitava un’èlite di commercianti che erano alla ricerca della raffinatezza artistica. Sempre nella piazza si trovano ancora oggi i pali che servivano a delimitare il campo da Polo realizzato 400 anni fa.

A Isfahan, in pochi secondi, si realizza il sogno di ogni viaggiatore del Medio Oriente: Iran e il suo fascino rinascimentale; basti pensare agli affreschi del Palazzo Quaranta Colonne o il soffitto splendido della sala della Musica del Palazzo Ali Qapu.La nostra giornata è dedicata alla visita della piazza e poi una camminata sulla via antica Chahar Bagh che ci porta verso il ponte vecchio detto il Ponte sio se (33 arcate) . Qui a Isfahan quando termina una visita riparte un’altra e il viaggiatore incoscientemente si prepara ad ascoltare le narrazioni della città come se Shahrazad le leggesse direttamente da “Mille e Una Notte”.Dopo la passeggiata sul ponte antico ci prepariamo per andare in un locale tipico nel pieno centro storico per assaggiare i piatti tipici della cultura iranica.

Abbasi Hotel

Piazza Imam

Passeggiata nel boulevard Chahar bagh e Ponte 33

Cena locale tipico

 

 

5° Giorno

Yazd

Prima colazione. Intera giornata dedicata alla visita della città, una delle più interessanti dell’Iran e antico centro Zoroastriano.L’Atash-Kadeh – il Tempio del Fuoco. È sbagliato pensare che gli zoroastriani adorino il fuoco. Prima di recarsi in un Tempio del Fuoco, dove ancora arde il fuoco sacro, bisogna riconoscere il Fuoco come l’elemento sacro perché, secondo questa filosofia, esso è Fonte di Purezza e di Luce. Questa è la vera direzione verso la quale gli zoroastriani praticano il loro culto. Qui a Yazd nel Tempio del Fuoco arde questa fiamma sacra da più di 15 secoli e non è mai stata spenta. Il dovere sacerdotale o quello del Mago del Tempio è quello di svuotare le ceneri e fornire la legna per mantenere la fiamma accesa, affinché i praticanti possano rivolgersi ad essa perché considerata fonte del bene.La Moschea del venerdì – Dal portale di questa moschea si slanciano i due minareti più alti dell’Iran, infatti misurano 48 metri.Questa moschea non è famosa solo per l’altezza dei minareti, ma anche per lo splendido portale principale, decorato con piastrelle di maiolica intarsiata; si tratta infatti di un capolavoro artistico che offre una delle opere più affascinanti del viaggio in Iran. Per osservare i dettagli del taglio delle piastrelle di maiolica, basta avvicinarsi alla facciata principale.Centro storico e antico quartiere Fahadan. Yazd deve la sua fama soprattutto all’architettura della città vecchia, interamente costruita con i mattoni crudi; i più importanti monumenti del centro storico sono però le cosiddette “torri del vento” che sovrastano i tetti e che si possono scorgere già da lontano. Per questo motivo Yazd è stata chiamata la “città delle torri del vento”.

Queste torri, chiamate badgir (letteralmente “acchiappa vento”) servono a procurare la necessaria ventilazione, poiché le case non possiedono molte finestre verso l’esterno. La badgir durante il giorno asporta l’aria calda dall’interno e, durante la notte, conduce aria fresca dall’esterno all’interno dell’edificio. Il sistema sfrutta due condizioni ambientali: la differenza di pressione dell’aria e la differenza di temperatura.

Il Museo dell’Acqua; in Iran, soprattutto nelle zone desertiche come Yazd, esisteva un sistema d’irrigazione sotterraneo che riforniva alle oasi l’acqua fresca dalle falde acquifere, tramite un sistema di canali sotterranei lunghi anche venti chilometri, con dei pozzi di ispezione detti “mil”, scavati artificialmente lungo il percorso del canale. Questi pozzi verticali garantivano l’accesso al tunnel sotterraneo, sia per il prelievo di acqua, sia per facilitare le necessarie opere di manutenzione. I canali, in persiano conosciuti come Kariz o Qanat, venivano scavati fruttando la naturale inclinazione del terreno, in modo che convogliassero le acque delle falde verso i terreni di coltivazione o un centro abitato. Anche nel lungo percorso, i canali subivano una minima perdita di acqua per evaporazione e non contaminavano l’acqua potabile. Tramite il Museo dell’Acqua si ha la possibilità di conoscere i dettagli di questo lavoro millenario dell’Iran.

Le Torri del Silenzio. Qui tutto si ferma, in questo luogo vi è infatti un cimitero utilizzato fino a circa 70 anni fa ed è molto diverso da quelli comuni perché è un luogo sacro per gli zoroastriani. In questo particolare campo santo i defunti venivano portati in cima alla torre ad opera di speciali addetti i “Salar”, ed erano gli unici che potevano toccare i morti. I cadaveri venivano lasciati all’interno di edifici circolari e lì i corpi, grazie agli agenti atmosferici e agli avvoltoi, diventavano ossa e successivamente venivano spostati nel pozzo al centro della torre, dove avrebbero trovato il riposo perpetuo. I quattro elementi della natura: aria, acqua, fuoco e terra sono considerati sacri dagli Zoroastriani. La terra non poteva essere contaminata con resti umani quindi non era prevista la sepoltura dei corpi e per lo stesso motivo neanche la cremazione. Questi luoghi venivano chiamati: Torri del Silenzio.  E qui il silenzio è vero, assordante, addolcito solo dal rumore del vento.

Si visitano, poi, nel labirinto della città vecchia, circondata da mura, i raffinati esempi di case tradizionali, senza entrare nei siti come Il Mausoleo di Seyed Rokn ad-Din, Il Mausoleo dei 12 Imam, del XII sec., con l’iscrizione in lettere cufiche dei nomi dei 12 Imam Sciiti e la cosiddetta Prigione di Alessandro.

l’antico Bazar e il complesso di Amir Chakhmagh, e il Giardino Dowlat Abad.

La sera si visita Zur-Khaneh, un luogo tipico dedicato allo sport tradizionale iraniano. Zur-Khaneh, detto anche la casa del potere, è nata come l’educazione militare per i soldati durante l’Impero Persiano. (la visita dipende dai giorni e orari dell’allenamento)Cena in ristorante e pernottamento in albergo.

 

6° giorno

Kerman

“Dalle case, sulle porte, la gente grande saluta benigna, e fa cenno indicando l’orizzonte con sorrisi d’intesa; così il cuore comincia a battere per eroici e tenere desideri, si assapora la vigilia delle cose meravigliose che si attendono più avanti; ancora non si vedono, no, ma è certo, assolutamente certo che un giorno ci arriveremo.” Quando Dino Buzzati scrisse “Il deserto dei tartari” non si sarebbe mai immaginato che un giorno in Iran avrebbero girato un film dal suo libro e questo perché forse era l’unico posto al mondo che corrispondeva all’immaginazione dello scrittore.

Kerman ebbe una grande storia per la sua posizione strategica. Questa città sul lato est apre la via verso l’India e il Pakistan, scendendo verso sud si arriva al Porto Bandar Abbas e quindi al Golfo Persico. Per andare verso la Babilonia, Susa, Persepoli bisognava andare verso Ovest, ragion per cui, fin dal periodo di Dario il Grande, Kerman fu una delle Satrapie dell’Impero persiano. Kerman non perse mai il suo valore neanche durante il periodo dei Sassandi (III secolo d.C.), e dei Safavidi del 1600. Infatti, per gli amanti dei mercati e dei posti popolari, Kerman offre il suo affascinantissimo Bazar dove si possono ammirare i bellissimi volti della gente del posto, i cui tratti somatici sono completamente diversi rispetto agli abitanti di Tehran o Kashan. Tuttavia a Kerman esiste uno scambio inter-culturale con i paesi vicini come Pakistan e Afghanistan, ma il marchio antropologico della regione è senza dubbio la prevalenza di una delle etnie iraniche: Baluchi. I Baluchi sono gli antichi e genuini iraniani che mantengono le loro celebrazioni e talenti esclusivi. Essi si sono trasferiti in Iran nel XII secolo. Durante il periodo Mughal, questo territorio divenne noto come “Baluchistan”. Il loro nome, “Baluch”, è terreno di controversia, alcuni dicono che significa “nomade”, mentre altri affermano che si tratta di una parola antica persiana che significa “la cresta del gallo”.

Dopo la colazione si parte per Kerman via Rafsangian, la città famosa iraniana per i suoi campi di Oro Verde; il Pistacchio!

Lungo il percorso si visita il caravanserraglio Zeinoddin, un unico caravanserraglio a pianta circolare in Iran che ancora oggi fa sorprendere il visitatore non appena mette piede nei suoi spazi affascinanti. L’occasione per visitare un posto magico come questo si presenta solo davanti al cancello di Zeinooddin. Se volete entrare nel cuore pulsante di questo magico posto, dovete salire le scalinate che vi portano sul tetto del caravanserraglio da dove potete ammirare le orgogliose montagne che si presentano davanti al monumento. Basta solo osservare la pianura e immaginare le carovane che adagio adagio si allontanavano o arrivavano. La magia del posto fa sì che invita a riflettere e pensare.Durante il viaggio in Iran si possono vedere due complessi meravigliosi in cui si trovano gli unici elementi di architettura rinascimentale del periodo safavide. Il primo esempio à la Piazza Naghshe Jahan a Isfahan, mentre il secondo si trova a Kerman: la Piazza Ganjali Khan.  Le due piazze sono perfettamente coetanee, ma i monumenti, le decorazioni delle due piazze sono diverse tra di loro. Se a Isfahan si sono focalizzati per la costruzione delle magnifiche moschee, a Kerman hanno costruito un elegantissimo caravanserraglio e uno stupendo Hammam ossia Bagno Turco. Nella Piazza Ganjali Khan esiste una grande cisterna d’acqua, una torre del vento sotto la quale c’era l’officina dove coniavano le monete. Esse rappresentano in gran parte le divergenze architettoniche che si adattano al clima e alle necessità governative del 1600.Hammam Ganjali Khan – in Iran quasi in ogni paese si trova un Hammam antico da visitare, ma nessuno riesce a superare la maestosità e la bellezza di quello di Kerman. Siamo in un complesso termico dove lo spazio si divide in tre parti diversi: Frigidarium, Tiepidarium, Caldarium. Ciò che fa evidenziare la bellezza di questo Hammam è la decorazione delle pareti e la posizione delle vasche d’acqua nella prima sala. Ogni padiglione di questo ambiente è riservato ad un livello sociale diverso: i discendenti del Profeta, i clerici, i signori locali, i nobili, i commercianti del bazar e i contadini. In questo Hammam, oltre alle piastrelle, ci sono anche le maioliche intarsiate che brillano tra il mormorio della gente. Se volete vedere la meridiana all’interno dell’Hammam dovete entrare nella stanza reale dove si vede un unico blocco di pietra con lo spessore di 10 cm. Questa pietra è talmente lucida che trasmette la luce all’interno del bagno. Qui le persone da sopra questa pietra misuravano lo scorrere del tempo e la chiamavano la pietra dell’orologio del tempo.

Cena in ristorante e pernottamento in albergo.

7° Giorno

Shiraz

I paesaggi e i percorsi fanno parte del viaggio. Un vero viaggiatore solo attraverso i colori dell’ambiente può cominciare a pensare com’è la gente del loco. Se ci si trova a Kerman e si passa accanto ai campi di pistacchi, osservate come i contadini coccolano i loro alberi. L’estate sarà il tempo ideale per camminare tra questi tesori della zona che producono uno dei miglior prodotti agricoli di tutto il paese. Il pistacchio è un albero che può arrivare fino a 5 m, con foglie di solito composte da tre foglioline, fiori di color porpora, dioici, riuniti in pannocchia, frutti simili a quelli dell’olivo, giallastri o rossicci, contenenti un seme aromatico, dolce e tenero. Quando osserviamo i campi di pistacchio non possiamo ignorare la radice linguistica della parola, perché vi trovate nel posto giusto per saperlo: Pistacchio in italiano deriva dal latino Pistacium, a sua volta deriva dal greco Pistakion che deriva infine dal persiano Pistah. Quest’albero non ha dato solo un sapore originale al nostro palato, pensiamo ai dolci e cannoli, ma anche ha definito un color verde particolare per i nostri gusti: verde pistacchio o color pistacchio.

Si prosegue il viaggio con la visita di una delle più antiche moschee in Iran a Neiriz, con un Mihrab favoloso.

Lungo il percorso si visita un lago salato e le saline di color rosa, “Daryache Maharluo”. Un panorama assolutamente cinematografico dove esistono ancora oggi i laboratori del sale rosa.

Il castello Sassanide a Sarvestan,è uno dei principali castelli del Barocco sasanide. Sarvestan era il palazzo di caccia di Bahram Gur, il re sassanide, il quale si recava lì per cacciare le zebre della zona. Il palazzo di caccia risale al V secolo d.C. ed è un esempio lampante per comprendere la costruzione della cupola. Per chi vuole conoscere la base della costruzione delle moschee – durante il periodo islamico – dovrebbe contemplare la semplice teoria della moltiplicazione del 4 utilizzata per alzare la cupola: nel caso della costruzione su pianta quadrata, si passa dalla struttura quadrata alla struttura circolare mediante quattro pennacchi, triangoli concavi formati rispettivamente a ciascun angolo con corsi di mattoni aggettanti. Il palazzo di caccia di Bahram possiede tutti gli elementi sopracitati.La parola Fars ossia Pars è il nome della regione di cui Shiraz è il capoluogo di provincia. Solo riflettendo un attimo sulla parola Pars ci rendiamo conto che qui siamo nel cuore della storia ed è in questa regione che i Persiani costruirono Parse detta anche Persepoli: città di Persia. Shiraz copre un asse storico talmente ampio che si passa dal IV sec a.C., fino al 1700. A Shiraz la vera poeticità degli iraniani sarà veramente tangibile perché qui nel centro storico, i monumenti, i giardini, il Bazar e le moschee narrano una cultura che abbraccia con tanta morbidezza ogni visitatore. Gli abitanti di questa città spariscono a mezzogiorno per poi comparire la sera nella piazza di Arg fino a tarda notte; amano sollazzarsi e sono i più spassosi e vivaci dell’Iran. Per scoprire l’atmosfera dionisiaca di Shiraz, il nome della città ci dice tutto, bisogna recarsi alla tomba del sommo poeta persiano “Hafez” o girovagare nelle viuzze del suo Bazar Vakil dove tanti commercianti europei trascorsero un periodo per trasportare il celebre prodotto del Dio Bacco.

Il complesso Vakil: Moschea e Bazar è unico in Iran per l’architettura in mattoni dipinti, soffitti a volta creati per mantenere l’aria fresca d’estate e il caldo d’inverno.

Il caravanserraglio Saray-e-Moshir, unico nel suo genere, perché si entra nel cortile primaverile, in cui si può incidere un nuovo “Iter” per il mondo onirico; qui la l’immaginazione può spaziare. Di solito il termine Carovana fa venire in mente i colori dell’ambiente desertico, qualcosa che ha a che fare con i dromedari e con la sabbia del deserto.

La Moschea Nasir: il termine “eleganza” trova il suo vero significato all’interno di uno spazio sacro con le sue splendide piastrelle di maiolica policrome. Il clima primaverile di Shiraz si rispecchia non a caso sulle pareti, sulla vetrata e sulle squisite decorazioni di piastrelle. Questa moschea è un capolavoro della bellezza artistica della fine del ‘900, chiamata anche Moschea della Rosa, è un luogo molto accogliente, ma quello che colpisce a prima vista è il mondo cromatico proveniente dai petali di rosa, iris e non solo.

La Madrasa del Khan le cui decorazioni di fiori rosa e blu con uccellini ci rimandano agli affreschi dei palazzi Safavidi.

il padiglione e il giardino Narenjestan : Il Narenjestan o il Giardino Qavam di Shiraz risale all’epoca di Qajar (1880). A causa dell’abbondanza di alberi di arance acide ossia di bergamotto, è stata chiamata Narenjestan perché Narenj per l’appunto vuol dire bergamotto. Non a caso Shiraz è la città più famosa per i suoi bergamotti che si incontrano lungo le strade della città. L’edificio del Narenjestan è stato un luogo dove la gente comune andava per scopi amministrativi e vi si tenevano incontri pubblici, nonché incontri tra dignitari e nobili di Qajar.anche si visita il Mausoleo di Hafez, è dedicato al sommo poeta del XIV sec., d.C., il mentore di Sufi. La mitezza della filosofia persiana è nata tra le righe delle poesie di Hafez. Ciò che rende il poeta immortale è la trasversalità del significato della sua poesia che evidenzia il frutto del suo pensiero “sufico” a tutti i lettori. Se Shiraz è la patria della poesia mistica lo deve ai suoi poeti. La sorpresa della visita al mausoleo consiste nel fatto che la parola di Hafez è legata a Bacco e a Venere. Per cui leggere Hafez camminando nel suo giardino paradisiaco serve per capire la contraddizione che esiste tra un dolce stilnovista iraniano con la modernità avvenuta: forse potrebbe sembrare una poesia sovversiva!Dopo il pranzo partiamo per la visita ai grandi siti archeologici, degli Achemenidi IV sec a.C., e dei Sasanidi III sec d.C., si visita il sito archeologico di Naghsh-e- Rostam, è una necropoli. Un luogo di grande suggestione, conserva ancora oggi le tombe rupestri dei grandi Re Achemenidi. Non è affatto una esagerazione dire che il sito è quello più ricco di tutto l’Iran perché qui vi sono tutte le testimonianze storiche: un magnifico bassorilievo dei Elamiti, 1300 a.C., le forme particolari delle tombe reali e le scritture in persiano antico del 400 a.C., i documenti importantissimi dei Sassanidi e la scrittura del persiano medio del 300 d.C. In un solo sito archeologico, decisamente suggestivo, si può contemplare una Persia ai tempi di Elam fino alla sconfitta di Valeriano il generale romano che combatteva contro Shapur.Si prosegue il viaggio con la visita Persepoli, è la città sacra fondata da Dario nel 524 a.C., per celebrare il 21 marzo la festa del Nowruz (giorno nuovo) ovvero il capodanno persiano. Persepoli venne conquistata e bruciata da Alessandro Magno come vendetta del saccheggio che fece Serse durante le guerre persiane. L’escursione a Persepoli approfondisce i dettagli di una maestosa città dove Dario e Serse per costruirla fecero venire i miglior artigiani, pagati e assicurati dalla legge reale. Qui non si fa solo un approfondimento architettonico bensì con i meravigliosi bassorilievi del Palazzo Apadana si può sfogliare un antico libro di stampo antropologico. Tra le rovine si possono visitare i suoi imponenti palazzi che non smettono mai di impressionare i viaggiatori: il Palazzo Cento Colonne dove il Re riceveva i generali, la Sala delle Udienze detto Palazzo Apadana con una pianta quadrata e sei file di colonne, alte fino a 19 metri. Le scalinate di accesso raffigurano cortei di Satrap e le guardie imperiali detti i Soldati Immortali.

La cena e pernottamento in albergo.

 

8° Giorno

PERSEPOLIS

Un itinerario colto deve arricchire la conoscenza del viaggiatore, e Pasargade, la prima capitale della politica e della diplomazia dell’antica Persia, può e può dimostrare ulteriormente l’acume del suo brillante generale noto come Ciro il Grande. Lui, il padre di tutti i soldati medi e persiani, ha celebrato la conquista di Babilonia con un documento che è stato definito come la base della Carta dei diritti umani: “Il cilindro di Ciro”, un documento di argilla che registrava la liberazione degli esiliati, compresi gli ebrei. Il sito archeologico dell’antica Persia, Pasargade, mostra, tra le sue rovine, la semplice tomba quadrata di Ciro fatta di blocchi di pietra, che a prima vista ricorda uno ziggurat mesopotamico. Con la costruzione della sua tomba, Ciro il Grande ha voluto rispettare le sue origini, cioè le antiche civiltà iraniane, ed è riuscito anche a sorprendere Alessandro Magno secoli dopo la sua morte. In realtà si dice che nella camera interna, Ciro il Grande scrisse un messaggio a tutti i conquistatori, incluso Alessandro Magno, che avrebbe pianto dopo aver ascoltato le parole di Ciro il Grande:

“Oddio
Chiunque tu sia,
e ogni volta che vieni
Da quando so che verrai
Sono Ciro
Ho conquistato un impero per i persiani.
Non invidiarmi
per questa piccola terra che copre il mio corpo! “
Durante il percorso visitiamo il sito archeologico di Pasargade. La città fu la prima capitale dell’Impero Persiano nel 546 a.C. È stato fondato. di Ciro il Grande durante il suo regno, morto nell’estate del 530 aC. Morto. Il vero Pardis o il paradiso “Giardino Persiano” è nato a Pasargade. Tra i monumenti e le rovine ci sono tre palazzi reali e un magnifico bassorilievo: il palazzo privato di Ciro Magno, il Palazzo delle Udienze e la tomba di Ciro il Grande. Pasargadae era un tempo circondata da due fiumi che portavano l’acqua nella città attraverso un particolare canale di irrigazione che cantava e forniva acqua e scorreva attraverso il centro del Giardino Persiano.

 

9° Giorno

Teheran – Italia

Proseguiamo per l’aeroporto internazionale ” Imam Khomeini”

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